Ecco di seguito uno stralcio della bellissima lettera motivazionale scritta dal nostro allievo:
“durante i miei primi anni trascorsi in Egitto, ho vissuto in un contesto profondamente antisemita. Tutto questo odio è scaturito dal lungo conflitto arabo-israeliano, che ha coinvolto direttamente il mio paese d’origine <…> Tuttavia non sono soltanto membro di una famiglia egiziana, ma sono anche uno studente italiano, che venuto a contatto con una nuova cultura ha potuto mettere in discussione i suoi originali dogmatismi arrivando a rinnegare la propaganda antisemita <…> La lettura di libri come “Se questo è un uomo” di Primo Levi e del “Diario” di Anne Frank mi ha aperto gli occhi. In particolare una frase dello scrittore torinese è stata illuminante: “A molti individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che ogni straniero è nemico”. Grazie a Levi ho capito che gli israeliani, pur essendo stranieri, non devono necessariamente essere considerati nemici. Ho capito inoltre che non sarebbe stato lecito condannare l’intero popolo ebraico solamente per le azioni prese dal governo israeliano nei confronti dei palestinesi, per quanto possano essere detestabili e condannabili” ( M.E. classe 4C)
Sempre in occasione delle iniziative previste nella nostra scuola per il Giorno della Memoria, le classi quinte hanno potuto conoscere, direttamente dalla testimonianza della figlia Bianca, la storia di Bruno Pilat, brigadiere dei carabinieri che nel 1943 salvò a l’Antica 218 ebrei di nazionalista jugoslava, aiutandoli a scappare in Svizzera.