” Un soldato tedesco urla al prigioniero: lancialo in aria!
Il prigioniero fa finta di non aver sentito e si affretta a sistemare il bambino sul carro, assieme a tutti gli altri. Allora il soldato si avvicina, gli punta la pistola sotto al mento e ripete: “ti ho detto di lanciarlo in aria, non hai capito? Se non lo fai tu, lo farà il prossimo”.
Così il prigioniero è costretto a lanciare per aria il bambino. In questo modo i soldati tedeschi passavano il tempo ad Auschwitz: facendo il tiro a segno sui bambini ebrei, mentre i prigionieri pregavano che li uccidessero al primo colpo, per evitare inutili sofferenze.”
Ieri ci ha lasciati Piero Terracina, una delle ultime voci che ancora gridano l’orrore vissuto in quegli attimi.
Inesorabilmente, stanno scomparendo gli ultimi sopravvissuti ai campi di sterminio, lasciando a noi vivi la responsabilità, l’onere e l’onore di tenere viva la memoria, quel filo che lega il passato al presente e condiziona il futuro, perché quel passato non debba mai più ritornare . Per sempre!